Di fatto, l'opzione tutti deriva dalla cosiddetta opzione donna. Una misura destinata alle lavoratrici che desiderano accedere in anticipo alla pensione accettando il metodo contributivo. I criteri attuali prevedono la possibilità di scegliere in via volontaria l'accesso all'Inps con almeno 58 anni di età (59 anni per le autonome) e 35 anni di versamenti. Di contro, è necessario accettare il ricalcolo penalizzante dell'assegno e una finestra di attesa per la percezione della pensione di 12 mesi (che si estende a 18 mesi per le autonome).
Pensione anticipata con opzione tutti: che cos'è, come funziona e quali sono i requisiti
D'altra parte, l'applicazione del ricalcolo interamente contributivo comporterebbe una penalizzazione anche importante rispetto alla quota 100 e all'assegno calcolato nel metodo misto, sebbene il taglio sarebbe comunque inferiore a quello applicata con l'opzione donna. Questo considerando il diverso parametro anagrafico di partenza.
Vi è poi da aggiungere che il sistema contributivo puro non prevede attualmente adeguamenti alla minima. L'introduzione di una simile opzione renderebbe indispensabile prevedere comunque delle tutele per coloro che si troverebbero a confrontarsi con assegni eccessivamente bassi.
Opzione tutti: quanto conviene ai lavoratori accedere in anticipo alla pensione
Rispetto al sistema attuale, accettare un pensionamento anticipato con l'opzione tutti comporterebbe per molti lavoratori un taglio permanente sulla pensione dal 10% al 20%. Non è ovviamente possibile fare stime precise perché la penalizzazione effettiva dipende dalla situazione contributiva di ognuno. Resta però il fatto che per i lavoratori italiani il sistema prevede gradualmente il passaggio a un peso maggiore del sistema contributivo nel computo dell'assegno al passare degli anni. Il sistema misto sarà sempre meno retributivo e sempre più contributivo, fino a quando quest'ultimo non rappresenterà l'unico meccanismo di calcolo per tutti.
Le ultime stime tecniche indicano che nel 2022 il sistema misto coinvolge circa l'85% dei potenziali pensionati, con un peso percentuale del 65% del sistema contributivo rispetto al 35% del più vantaggioso retributivo. Una proporzione che di fatto cambierà ulteriormente nei prossimi anni, fino ad azzerare il calcolo legato agli ultimi stipendi. In questo senso, l'impatto penalizzante di una possibile opzione tutti risulterebbe certamente mitigato dal fatto il calcolo contributivo sarà il principale punto di riferimento per la stima dell'assegno dei futuri pensionandi.
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