Pensione anticipata e opzione tutti: cos'è, come funziona, requisiti, quanto conviene

Pensione anticipata con opzione tutti, una prospettiva di riforma che fa discutere. Sta facendo riflettere proprio in questi giorni l'ipotesi di un possibile intervento di flessibilità previdenziale chiamato opzione tutti, che dovrebbe garantire un meccanismo di uscita agevolato dal lavoro in favore dell'intera platea dei contribuenti. Si tratta di un procedimento di quiescenza alternativo al sistema delle quote (come nel caso della quota 100 o 102), ma anche della pensione anticipata pura basata sull'anzianità contributiva prevista dalla legge Fornero.

Di fatto, l'opzione tutti deriva dalla cosiddetta opzione donna. Una misura destinata alle lavoratrici che desiderano accedere in anticipo alla pensione accettando il metodo contributivo. I criteri attuali prevedono la possibilità di scegliere in via volontaria l'accesso all'Inps con almeno 58 anni di età (59 anni per le autonome) e 35 anni di versamenti. Di contro, è necessario accettare il ricalcolo penalizzante dell'assegno e una finestra di attesa per la percezione della pensione di 12 mesi (che si estende a 18 mesi per le autonome).

Pensione anticipata con opzione tutti: che cos'è, come funziona e quali sono i requisiti

Dal punto di vista puramente pratico, l'idea di estendere l'opzione donna a tutti i lavoratori ha fatto da punto di partenza della nuova opzione tutti. La proposta prevede di garantire un meccanismo simile all'OD a partire dal 2023 per tutti i lavoratori. L'età di ingresso sarebbe però fissata attorno ai 62 o 63 anni e con almeno 20 anni di versamenti. Il requisito anagrafico sarebbe invece in linea con quello proposto dai sindacati per una flessibilità generalizzata nell'accesso alla previdenza.

D'altra parte, l'applicazione del ricalcolo interamente contributivo comporterebbe una penalizzazione anche importante rispetto alla quota 100 e all'assegno calcolato nel metodo misto, sebbene il taglio sarebbe comunque inferiore a quello applicata con l'opzione donna. Questo considerando il diverso parametro anagrafico di partenza. 

Vi è poi da aggiungere che il sistema contributivo puro non prevede attualmente adeguamenti alla minima. L'introduzione di una simile opzione renderebbe indispensabile prevedere comunque delle tutele per coloro che si troverebbero a confrontarsi con assegni eccessivamente bassi.

Opzione tutti: quanto conviene ai lavoratori accedere in anticipo alla pensione

Rispetto al sistema attuale, accettare un pensionamento anticipato con l'opzione tutti comporterebbe per molti lavoratori un taglio permanente sulla pensione dal 10% al 20%. Non è ovviamente possibile fare stime precise perché la penalizzazione effettiva dipende dalla situazione contributiva di ognuno. Resta però il fatto che per i lavoratori italiani il sistema prevede gradualmente il passaggio a un peso maggiore del sistema contributivo nel computo dell'assegno al passare degli anni. Il sistema misto sarà sempre meno retributivo e sempre più contributivo, fino a quando quest'ultimo non rappresenterà l'unico meccanismo di calcolo per tutti.

Le ultime stime tecniche indicano che nel 2022 il sistema misto coinvolge circa l'85% dei potenziali pensionati, con un peso percentuale del 65% del sistema contributivo rispetto al 35% del più vantaggioso retributivo. Una proporzione che di fatto cambierà ulteriormente nei prossimi anni, fino ad azzerare il calcolo legato agli ultimi stipendi. In questo senso, l'impatto penalizzante di una possibile opzione tutti risulterebbe certamente mitigato dal fatto il calcolo contributivo sarà il principale punto di riferimento per la stima dell'assegno dei futuri pensionandi.

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